Spesso penso, e mi chiedo, quando si parla di reale equilibrio alimentare e quando di ossessione?
Io stessa, in passato, ho attraversato un periodo di grandissima difficoltà con l’alimentazione, e a raggiungere un equilibrio ho impiegato davvero tanto tempo; anche tutt’ora è un aspetto che mi occorre non trascurare.
Nel corso dei miei studi ho voluto approfondire l’ambito dei disturbi alimentari svolgendo un tirocinio presso l’equipe che cura i DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare) in ospedale a Parma, esperienza che mi ha fornito tanti spunti su cui riflettere e che mi piacerebbe, in parte, condividere.
Partiamo innanzi tutto dalla CULTURA ATTUALE: viviamo in un contesto in cui è presente una contraddizione: si nota estrema promozione alla restrizione alimentare anche in presenza di fame fisiologica, ed al tempo stesso estrema promozione all’assunzione di cibo in momenti in cui la fame fisiologica non viene percepita. Ciò si traduce inizialmente in un mancato ascolto dei segnali intrinseci di inizio e conclusione di un pasto, che su lungo termine si trasforma in mancanza totale degli stessi (in parole semplici: il nostro organismo smette di mandarci i segnali di fame e sazietà). Questo è il motivo alla base della nascita delle pratiche di alimentazione consapevole e di alimentazione intuitiva, il cui obiettivo è proprio cercare di aumentare la consapevolezza degli individui al momento del pasto e insegnare loro nuovamente l’ascolto dei segnali di fame e sazietà.
Tutto questo viene incrementato dalla cultura dei SOCIAL MEDIA, non intendo dire che i social sono uno strumento sbagliato, al contrario credo racchiudano grandi potenzialità, intendo dire che si è diffuso un uso estremamente scorretto di questo strumento: sempre più frequentemente capita di osservare immagini di corpi ritoccati e fisiologicamente irraggiungibili, post e reels che ci mostrano ricette “fit” che tentano di sostituire ingredienti considerati “sbagliati” con ingredienti considerati “salutari”, e tanto altro…
Si aggiunge inoltre che più un individuo è sensibile a certi argomenti e più viene perseguitato dagli stessi, a causa dell’algoritmo che propone gli argomenti più affini ai “click” dell’individuo stesso… In aggiunta, spopolano bullismo, pettegolezzi, e tante cattiverie, che risultano molto più semplici da inviare dietro agli schermi.
In realtà non so, e non voglio nemmeno proporre una soluzione, credo però che sia un aspetto molto rilevante riguardo all’insorgenza di un sentimento di malessere associato al proprio corpo, e credo essere una delle principali cause della focalizzazione estrema sui propri piccoli difetti, che in realtà dovrebbero semplicemente essere visti come peculiarità a favore della diversità, e obiettivamente: che mondo sarebbe se fossimo tutti perfettamente identici?
In secondo luogo mi viene da riflettere sul mondo dello SPORT: sin da piccola ho respirato la disciplina dell’agonismo, mi è stato insegnato ad essere determinata, specialmente verso me stessa. Tutt’ora noto nella mia quotidianità, nonostante abbia cambiato sport, l’importanza dell’alimentazione sulle performance, argomento su cui credo tanto in termini positivi, e su cui mi sto anche specializzando, ma che riconosco possa facilmente portare ad oltrepassare quel leggero confine tra salute e malattia.
In media uno sportivo corrisponde ad un soggetto, già di per sè, attento sotto il punto di vista alimentare, e anche piuttosto determinato a fare sacrifici per ottenere ciò che vuole…
Pensiamo semplicemente all’effetto che può avere la consapevolezza quotidiana del consumo calorico di ogni attività svolta, i battiti cardiaci e quant’altro… ciò potrebbe determinare facilmente l’insorgenza di meccanismi malati. In questo caso credo sia fondamentale l’appoggio verso figure specializzate in alimentazione sportiva che sappiano gestire la tematica in questione.
Altra riflessione è proprio legata al concetto di DIETA. Il Termine “dieta” deriva dal Greco e significa “Stile di vita”. Da questa semplice traduzione si comprende immediatamente quanto ad oggi sia diffusa una concezione sbagliata del termine. Siamo abituati ad intendere la dieta come sacrificio, astinenza, regime alimentare ipocalorico; e la figura del nutrizionista come una figura a cui rivolgersi nel momento in cui si vuole ottenere un calo ponderale.
Dalla traduzione in realtà si comprende come ognuno di noi, magari anche inconsapevolmente, segue una dieta, che può essere più o meno sana, che può essere normo-, ipo-, o iper-calorica, tutto in funzione delle scelte alimentari del singolo.
Al Nutrizionista è bene rivolgersi nel momento in cui si vuole apportare modifiche alla propria alimentazione, che la modifica sia poi volta ad un calo o ad un incremento ponderale, oppure ad una ricomposizione corporea, o semplicemente ad acquistare abitudini migliori e all’educazione alimentare/consapevolezza per scelte migliori, dipenderà da caso a caso, e verrà stabilito anche sulla base della valutazione del nutrizionista stesso.
Dall’altro lato, da nutrizionista, osservo che molte persone che si approcciano a un regime dietetico ipocalorico finalizzato a un calo ponderale, non riescono ad ottenere risultati a causa di ridotta attenzione ai dettagli, ad esempio mi riferisco al cucchiaio di olio in più, alla sostituzione errata di fonti alimentari, a scelte “sbagliate” nei momenti di convivialità; Inoltre osservo come un mancato raggiungimento dei risultati sia anche presente a causa di poca fantasia sulla preparazione di pasti sfiziosi ed appaganti ma al contempo sani, aspetto che incrementa la sensazione di fatica e sacrificio..
Mi risulta chiaro come la sollecitazione all’attenzione ai dettagli possa essere un fattore scatenante di malattia alimentare, per questo credo che compito della figura del nutrizionista sia dare il giusto peso ad entrambe le facce della medaglia; inoltre credo che l’obiettivo principale del lavoro di un nutrizionista non debba essere un certo valore ponderale, ma l’incremento di educazione, competenze e consapevolezza degli individui seguiti, di modo che diventino in grado di svolgere scelte corrette ai fini di raggiungere il loro obiettivo.
Per far sì che tutto questo si realizzi considero estremamente importante evitare diete “fai da te”, ma l’appoggio a figure professionali fidate e competenti, con cui è possibile stabilire obiettivi e rispettivi metodi per raggiungerli compatibili con la salute.