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Come vi raccontavo mi sono avvicinata al triathlon, ecco uno dei principali problemi che si riscontra a fronte di sforzi elevati e prolungati sono proprio i sintomi gastrointestinali.. vi assicuro non troppo piacevoli…

I sintomi Gastrointestinali negli atleti si dividono in sintomi della parte alta addominale (reflusso, eruttazione, gonfiore, dolore e crampi allo stomaco, sino a nausea e vomito) e sintomi della parte bassa addominale (dolore al fianco, crampi all’intestino, urgenza a defecare, sanguinamento intestinale..).

Ad oggi si parla di Sindrome Gastrointestinale indotta dall’esercizio fisico, sindrome in quanto le cause che concorrono nella determinazione del problema sono diverse: predisposizione genetica, a cui si aggiungono cause fisiologiche, meccaniche, e nutrizionali.

Riguardo all’aspetto fisiologico risulta importante identificare l’esercizio fisico come uno stress che determina un “carico di allenamento”. Maggiore è il carico di allenamento e tanto più aumentano gli effetti a livello fisiologico.

Gli effetti fisiologici si verificano a carico di due sistemi: il primo corrisponde alla via circolatoria gastrointestinale e il secondo alla via neuro-endocrina intestinale. Per ciò che riguarda la via circolatoria gastrointestinale durante l’attività fisica si verifica una redistribuzione del flusso sanguigno a causa di un maggior richiamo di sangue da parte del tessuto muscolare in contrazione, dal cuore e dalla pelle (termoregolazione), tale per cui si crea una riduzione della circolazione a livello gastrointestinale (ischemia) che determina danno alla mucosa, nello specifico danno epiteliale e danno alle cellule specializzate nella produzione di muco. Questo danno fisico a sua volta comporta riduzione nell’assorbimento di nutrienti che si ripercuote a livello di motilità e transito gastrointestinale, e nel momento in cui il danno diventa maggiore (alle giunzioni cellulari) si arriva ad un aumento di permeabilità intestinale quindi traslocazione batterica intestinale sino a possibile endotossiemia sistemica.

Per ciò che riguarda la via Neuro-endocrina intestinale si verifica la generazione di uno stress a carico del sistema nervoso enterico, responsabile di alterata motilità intestinale e alterato transito. L’organismo è programmato per svolgere la fase digestiva in condizioni di calma con attivazione del sistema nervoso parasimpatico (sistema della quiete), se la richiesta di attivazione dei processi di digestione e assorbimento di nutrienti avviene in condizioni di attivazione del sistema nervoso simpatico determina la generazione di una condizione di stress per mancanza delle condizioni ideali.

Tra i numerosi aspetti che incidono sulla disfunzione intestinale, di grande rilevanza è il parametro di intensità dell’esercizio fisico: all’aumentare della intensità dell’esercizio fisico si riduce il flusso di sangue a livello intestinale. Aspetto che peggiora in caso di non corretta idratazione: disidratazione porta ad un aumento della permeabilità intestinale.

Di notevole importanza è anche il parametro temperatura: al raggiungimento di una T corporea pari a 38,5°C aumenta la permeabilità intestinale in alcuni atleti; quando si arriva ai 39°C e oltre, l’incremento della permeabilità intestinale si verifica in tutti gli atleti.

Da considerare sono anche alcune cause meccaniche: in alcuni sport si verificano situazioni di impatto con il terreno, sobbalzi ripetuti, o di postura che predispongono a sintomi gastrointestinali; nello specifico può verificarsi sanguinamento intestinale e conseguente presenza di sangue nelle feci a seguito della competizione (aspetto molto variabile: 8-85%). Principalmente, gli sport in questione corrispondono a corsa e ciclismo: nei runner si presentano problematiche specialmente nella parte inferiore addominale a causa di sobbalzi e impatto con il terreno, mentre nel ciclismo si verificano principalmente nella parte addominale superiore a causa della postura aero che crea pressione non favorendo la funzionalità gastrointestinale.

Per ciò che riguarda l’aspetto nutrizionale risulta chiaro come tutti gli alimenti che ritardano lo svuotamento gastrico possano causare più facilmente sintomi gastrointestinali, parliamo di fibra, grassi, eccesso di proteine, bevande ipertoniche. Fondamentale risulta quindi l’attenzione al timing dei nutrienti: il pasto precedente la competizione è bene svolgerlo con le seguenti accortezze:

assenza della componente di fibra

riduzione della componente di grassi

quota proteica normale

buona quota di carboidrati

Importante evitare bevande ipertoniche in quanto richiamano fluidi creando fenomeni diarroici.

Attenzione: se si parla di un pasto che avviene 1,5/1h prima della competizione risulta necessario ridurre anche la quota proteica.

Si sente spesso parlare di Timing: quando mangiare prima dell’attività fisica: risulta impossibile svolgere attività fisica con intestino completamente pulito, però nella fase di digestione in cui si verifica il passaggio del chimo a livello duodenale si ha la massima probabilità di problemi intestinali, risulta opportuno evitare lo svolgimento di attività fisica in questa fase.

Aspetto estremamente rilevante corrisponde a quello Psicologico: la percezione di stress e agitazione per la performance da parte dell’atleta si collega ai sintomi Gastrointestinali. Al riguardo risulta opportuno valutare se il fenomeno si verifica abitualmente in allenamento o solo durante le competizioni di modo da comprendere quanto attribuire alla causa psicologica.

Attenzione all’assunzione di farmaci: molti atleti utilizzano FANS a scopo preventivo per ridurre l’infiammazione prima delle competizioni, comportamento estremamente errato sia perchè l’infiammazione corrisponde a un segnale di difesa che il corpo induce e mascherarlo potrebbe aumentare il rischio di infortuni; ma principalmente perchè può essere causa del peggioramento dei sintomi gastrointestinali in quanto si parla di farmaci in grado di aumentare la permeabilità intestinale anche solo in 10 giorni di assunzione. Gestione pratica dei sintomi:

Come prima cosa risulta necessario accertarsi dell’assenza di particolari situazioni organiche o disturbi funzionali tramite visita medica.

In secondo luogo si procede con una anamnesi completa: monitoraggio dell’esercizio fisico, dello stress, dell’assunzione di farmaci, della temperatura ambientale a cui viene svolto l’esercizio fisico, dell’idratazione, e in generale di tutti gli aspetti descritti precedentemente che possono avere un impatto importante sull’indorgenza dei sintomi. L’anamnesi corrisponde al punto principale che se svolta in maniera corretta permette di poter adottare strategie di alimentazione ed integrazione finalizzate alla riduzione dei sintomi.

Da non trascurare è il concetto di “Training the Gut”: gli atleti non allenati ad assumere liquidi e cibo durante l’attività raddoppiano il rischio di incorrere in problematiche GI. Il momento di sperimentare non corrisponde sicuramente al giorno della competizione, partire con anticipo, stabilire un piano e abituarsi a quel piano può essere la chiave di risoluzione di tanti problemi.

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